Il faro della vita

 

 

 

Una domenica ci siamo trovati alla solita gelateria, io, Maurizio, Fabio, e tre nuovi motociclanti scovati da Maurizio, per una gita toccata e fuga nel Cadore. C’era anche Gabri scappato alla moglie.  Sono partito in testa al gruppo ma non mi gustava. Siamo partiti da Rovereto in Piano per percorrere la Val Cellina, per arrivare in Cadore.  Controllavo gli specchietti e vedevo sempre i fari degli altri dietro. A Malnisio sorpasso alcuni  motociclanti veneti.  Dietro a me i fari ci sono sempre.  Imbocco la Val Cellina.     

Non riesco a capire perché non si avvicinino, ma continuo.  La mattinata era fresca, la strada scorrevole non c’era traffico, ero  veloce forse troppo ecco perché non arrivano. A Longarone  mi fermo ad aspettarli.  Passano i minuti velocemente cinque, dieci, sono preoccupato. Telefono, mi dicono con un filo di voce  che è successo un incidente. Con il cuore in gola chiedo a chi è successo.Non è nessuno dei nostri.                                                                                                                                             

Mi sento in colpa per non essere lì con loro, voglio tornare indietro, ma stanno arrivando. Un ragazzo di neanche trent' anni è morto per una stupida corsa tra amici, su una strada bellissima da percorrere in moto. Perché rischiare la vita, per fare vedere cosa, far soffrire i tuoi cari. Fabio si è fermato a dare una mano.  Lui si prodiga sempre per gli altri. Gabri e scoppiato a piangere, a pensato ai due figli che lo aspettano a casa.                                                                                                                               

La scena dell’incidente doveva essere terribile con lo sfortunato ragazzo caduto per una decina di metri nella scarpata del Cellina.

Inutile dire che la nostra gita non è stata più serena.  Eravamo chiusi in un mutismo indescrivibile,  incapaci di reagire . La morte non fa distinzioni. Può essere li ad aspettarci alla prossima curva.                                                                                                  

Cerchiamo di non farci portare via la vita con un colpo di spugna , come facciamo con i moscerini dal faro della nostra moto.

 

  RAGAZZI PRUDENZA.  SIETE VOI CHE PORTATE LA MOTO NON IL CONTRARIO